4 nov 2007

This is the end (my dear good friend)

Ora ricordo tutto. Quello che successe il 30 aprile non era la fine, bensì l'inizio della fine. In effetti capisco solo oggi che l'obiettivo da me fissato come massima aspirazione per qualcun altra non era che il minimo che ci si potesse aspettare da me. Non giocavamo alla pari ovviamente. Non giocavamo neanche lo stesso sport. Come c'era da aspettarsi il mio fallimento era inevitabile e non giustificato dalle indubbie attenuanti di tipo psico-fisico-ambientali, intervenute in un lasso di tempo relativamente breve. Non mi soffermerò ulteriormente sulla causa scatenante il mio declino poichè i lettori più appassionati conoscono già i fatti. Il mio scopo è ora quello di analizzare quello che accadde dopo, gesti insignificanti che avrebbero dovuto farmi e farvi riflettere. Innanzitutto io non mi ero ancora reso conto della gravità di ciò che era successo e, come mio solito, continuavo a spostare in avanti la scadenza del mio proposito. Come ogni buon 18enne il passo successivo era la patente della macchina. Questo, pensavo, mi darà la libertà, senza più genitori che ti portano avanti e indietro il sabato sera e con orari da rispettare. Ovviamente questo aspetto è solo uno dei lati della medaglia. Mi comprenderanno bene quelle persone che da allora percorrono in media un centinaio di km al giorno. Questo cmq non è importante. L'importante era che adesso avevo la patente e potevo fare quello che volevo. Quello che devo specificare era che intanto era arrivata l'estate e i rapporti tra noi si erano affievoliti come ogni anno in quel periodo. Ma io ero tranquillo perchè adesso avevo la patente della macchina e con il nuovo anno scolastico alle porte avrei potuto finalmente attuare il mio piano. L'occasione si presentò subito infatti con la possibilità di una uscita di domenica pomeriggio, che prevedeva l uso dell'auto. Purtroppo i prof di filosofia si riservano di fissare verifiche il lunedì e l avvento della cattiva stagione (e di cattivi presagi) fece il resto. Ma il mio morale era sempre alto perchè cmq avevo tutto il tempo che volevo e poi lei si era seduta vicino a me col banco.
Il tempo passava e io ci stavo bene nel mio immobilismo crogiolandomi all'ombra di quella che era l estensione del mio ego (questa frase non ha senso ma so che a qualcuno piacerà).
All'improvviso tutto crollò come nei migliori film in cui è presente Stefano Accorsi. Mi è venuto in mente proprio adesso quando capì che tutto stava cambiando e fu il momento e il modo in cui lei lasciò la mia mano ad un certo punto. In seguito i banchi vennero spostati e così via e infine lei non accettò di vederci per parlare di quello che accadeva.
Ciò che avvenne in seguito è storia e non starò a tediarvi col mio tedio. Mi guardo bene da cercare una morale in questa storia (ammesso che vi sia) e non mi interessa che vi interessi o meno quello che ho da dire.
Il mio fine è egoistico.

29 ott 2007

Capitolo 1 "Oggi,la situazione"

Il lettore vorrà concedermi di fornire solo poche notizie chiare e precise su questo periodo della vita di Ermete(nome di pura fantasia).
Non è che le notizie non arriveranno,al contrario;ma forse ciò che egli vide a maggio dell'anno scorso è troppo nero per le tinte moderate che abbiamo cercato di conservare a queste pagine.
Beatrice,nome di fantasia attribuito dallo scrittore a LEI,
apparve a maggio.
La sua fisionomia sarebbe bastata da sola, a ispiragli una gioia eterna.
Era uno strano miscuglio di inquietudine e delusione.
Ermete otteneva scarsi risultati nei tentativi di rendere ipocriti i suoi gesti:egli cadde in momenti di disgusto e perfino di profondo scoraggiamento.
Non aveva successo.

28 ott 2007

CHE SI FA PER L'ULTIMO
"L'arte di essere scorretti"


L'arte di essere scorretti può essere espressa al meglio analizzando il comportamento di talune
persone. La scorrettezza,a mio avviso,può dipendere dalla indecisione nelle scelte. Cosi facendo
però i soggetti ritengono in modo arrogante di essere immuni dal creare il vuoto con le loro
scelte...cercando di far scegliere gli altri al posto loro.
In tal guisa l uomo ritiene non scorretto comportarsi mondanamente in altre occasioni.
Le decisioni mai prese e sempre rimpiante
(Gestione delle relazioni sentimentali)

A cura di B.D. e B.R.

All'amarezza...
...perchè ciò che è accaduto in passato
non si ripeta mai più (se possibile)

Prefazione

Gli autori di questo breve saggio si propongono di fornire a coloro che si prenderanno il tempo di leggerlo per intero, la loro visione della realtà. Per non risultare troppo arroganti, essi intendono spiegare solo quella parte di realtà che afferisce alle relazioni sentimentali.
L'aspetto veramente interessante del libro consiste nella quasi totale mancanza di esperienza degli autori nella materia da essi trattata. Questo rende la narrazione surreale e priva di un vero filo conduttore, se non quello evidenziato chiaramente nel titolo. Nella trama trovano posto alcune schegge tratte dalla vita degli scrittori. Questi attimi di vita vissuta tengono il lettore quasi in sospeso tra la realtà e il mondo dell'inconscio, grazie anche all'uso indiscriminato del flusso di coscienza, che sovrappone al naturale fluire del tempo la dilatazione di questo dovuta al pensiero umano.
Sebbene il fine degli scrittori sia ovviamente didascalico, essi non propongono ricette universali per una corretta gestione di un rapporto sentimentale. Questa scaturirà naturalmente dopo una sana riflessione sulle tematiche affrontate nel libro, e potrà essere differente da individuo a individuo.
Non mi resta che augurarvi una piacevole lettura.

Marin Faliero
mah........
Se non avessi mai visto la luce....
potrei sopportare l'ombra.